Pranzi, cene, colazioni e spuntini sono momenti importanti in un romanzo. Cucinare o scegliere da un menu la dice lunga sulle abitudini, le inclinazioni e il carattere di una persona. Il cibo può diventare metafora di qualcos’altro e un pasto condiviso può persino far progredire la trama.
Oliver Twist osa chiedere una porzione di zuppa in più e per la sua impertinenza è punito, ma senza quella zuppa Oliver non avrebbe mai avuto il suo lieto fine. Il giovane Holden invece ordina sempre un toast e un milkshake quando mangia fuori. Un pasto che ha l’adulta strafottenza di essere quasi uno snack e l’infantile certezza di un bicchiere di latte. Holden è così, appeso tra due mondi a chiedersi quale strada intraprendere.
Al cibo nei romanzi il fotografo Charles Roux ha dedicato una serie di scatti. Jane Eyre, Anna Karenina, Moby Dick e molti altri libri sono ricostruiti nelle atmosfere e nella famigliarità di una tavola imbandita.






Dinah Fried, anche lei fotografa, ha a sua volta esplorato il concetto del cibo in narrativa nel libro fotografico Fictitious Dishes: An Album of Literature’s Most Memorable Meals. Stavolta lo stile delle riproduzioni è semplice e sembra un po’ di guardare Instagram.


